"COME CATTOLICI, GRIDIAMO IL NOSTRO    

NO ALLA PILLOLA DEL GIORNO DOPO

BASTA CON LA STRAGE DEGLI INNOCENTI!!!!"

IMMAGINE "VERA" AVUTA DA UN CARISMATICO, NELLA QUALE GESÚ, TIENE NELLA SUA MANO DESTRA UN ABORTO........  

 

IN UN MESSAGGIO DATO A QUESTO CARISMATICO, GESÚ, DICE CHE "CHI SI PENTIRÀ SINCERAMENTE DEL PECCATO COMMESSO, MOLTO PRESTO, QUANDO EGLI RITORNERÀ , GLI RIDARÀ IL FIGLIO/A ABORTITO. GUARDATE QUELL' ESSERINO, CONCEPITO NEL GREMBO MATERNO, SULLA MANO DI GESÚ, MA NON VI VIENE DA URLARE DAL RIMORSO, DAL DOLORE, DALLA DISPERAZIONE PER IL PECCATO COMMESSO? GESÚ VIENE, VIENE PRESTO, CARISSIME AMICHE, BASTA, BASTA USARE IL VOSTRO CORPO, BASTA BUTTARLO VIA E BUTTARE VIA IL FRUTTO. PENSATE  A QUANTO DIO CI AMA E CI HA VALORIZZATO FACENDO NASCERE SUO FIGLIO DA UNA DONNA. MARIA, UNA DONNA MERAVIGLIOSA, CARISSIME AMICHE TUTTE, DI QUALSIASI CETO SOCIALE VOI SIATE, GESÚ AIUTA SEMPRE, NON CI ABBANDONA MAI, VI PREGO SE ASPETTATE UN FIGLIO, NON GETTATELO NELLA SPAZZATURA PER FARNE COSMETICI O OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE, MA TENETEVELO, ED IL SIGNORE VI AIUTERÀ, NON MANCHERETE DI NULLA, NÉ PER VOI, NÉ PER IL VOSTRO BAMBINO, CONFIDATE NELLA DIVINA PROVVIDENZA. VI PREGO NON UCCIDETELI PIÙ, BASTA UCCIDERE, BASTA ABUSARE DEGLI INNOCENTI IN OGNI FORMA, BASTA VIOLENTARE I BAMBINI SIN DAL GREMBO MATERNO. 

BASTA!!! BASTA!!! BASTA!!!

NON USATELA, NON UCCIDETE ANCORA ALTRI INNOCENTI. MENTONO QUELLI CHE DICONO CHE NON PROVOCA L'ABORTO

BASTA UCCIDERE! BASTA TOGLIERE LA VITA SIN DAL GREMBO MATERNO! BASTA ALLE TORTURE SUGLI INNOCENTI!

I PECCATI , CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO

OMICIDIO VOLONTARIO

PECCATO IMPURO CONTRO NATURA

LA VITA È  UN FIORE DA FARE SBOCCIARE, LA VITA È UN DONO DI DIO.

 E SE I VOSTRI GENITORI VI AVESSERO ABORTITO?

Come è noto, da pochi giorni, nelle farmacie italiane è in vendita la c.d. pillola del giorno dopo, un ben conosciuto ritrovato chimico (di tipo ormonale) che di frequente - anche in questi ultimi giorni - è stato presentato da molti addetti ai lavori e da numerosi media come un semplice contraccettivo, o più precisamente come un "contraccettivo d' emergenza", a cui si potrebbe far ricorso entro breve tempo dopo un rapporto sessuale ritenuto presumibilmente fecondante, qualora si volesse impedire la prosecuzione di una gravidanza indesiderata. Alle inevitabili reazioni polemiche di chi ha manifestato seri dubbi sul meccanismo d' azione di tale ritrovato, che non sarebbe semplicemente "contraccettivo" bensì "abortivo", è stato risposto - in maniera del tutto sbrigativa - che una simile preoccupazione appare infondata in quanto la pillola del giorno dopo ha un' azione "antinidatoria", suggerendo così implicitamente una netta separazione tra aborto e intercezione (impedire che avvenga l' impianto dell' ovulo fecondato, cioè dell' embrione, nella parete uterina).

Considerato che l' uso di tali ritrovati tocca beni e valori umani fondamentali, fino ad interessare la stessa vita umana nel suo sorgere, questa Pontificia Accademia per la Vita sente il pressante dovere e la convinta esigenza di offrire alcune precisazioni e considerazioni sull' argomento, ribadendo per altro posizioni etiche già note, suffragate da precisi dati scientifici, e consolidate nella dottrina cattolica.

1. La pillola del giorno dopo è un preparato a base di ormoni (essa può contenere estrogeni, estroprogestinici, oppure solo progestinici) che, assunta entro e non oltre le 72 ore dopo un rapporto sessuale presumibilmente fecondante, esplica un meccanismo prevalentemente di tipo "antinidatorio", cioè impedisce che l' eventuale ovulo fecondato (che è un embrione umano), ormai giunto nel suo sviluppo allo stadio di blastocisti (5°-6° giorno dalla fecondazione), si impianti nella parete uterina, mediante un meccanismo di alterazione della parete stessa. Il risultato finale sarà quindi l' espulsione e la perdita di questo embrione. Soltanto qualora l' assunzione di tale pillola dovesse precedere di qualche giorno l' evento dell' ovulazione, essa potrebbe talvolta agire con un meccanismo di blocco di quest' ultima (in questo caso, si tratterebbe di un' azione tipicamente "contraccettiva").
Tuttavia, la donna che ricorre a questo tipo di pillola, lo fa nel timore di poter essere in periodo fecondo e perciò con l' intenzione di provocare l' espulsione dell' eventuale neoconcepito; oltretutto, sarebbe utopico pensare che una donna, trovandosi nelle condizioni di voler ricorrere ad una contraccezione d' emergenza, abbia la possibilità di conoscere con esattezza e tempestività la sua attuale condizione di fertilità.

2. Decidere di utilizzare la dizione "ovulo fecondato" per indicare le primissime fasi dello sviluppo embrionale, non può portare in alcun modo a creare artificialmente una discriminazione di valore tra momenti diversi dello sviluppo di un medesimo individuo umano. In altre parole, se può essere utile, per motivi di descrizione scientifica, distinguere con termini convenzionali (ovulo fecondato, embrione, feto, etc.) differenti momenti di un unico processo di crescita, non può mai essere lecito decidere arbitrariamente che l' individuo umano abbia maggiore o minor valore (con conseguente fluttuazione del dovere alla sua tutela) a seconda dello stadio di sviluppo in cui si trova.

3. Pertanto, risulta chiaramente che l' acclarata azione "antinidatoria" della pillola del giorno dopo, in realtà, nient' altro è se non un aborto realizzato con mezzi chimici. Non è coerente intellettualmente, né giustificabile scientificamente, affermare che non si tratti della stessa cosa.

Del resto, appare abbastanza chiaro che l' intenzione di chi chiede o propone l' uso di detta pillola è finalizzata direttamente all' interruzione di una eventuale gravidanza in atto, esattamente come nel caso dell' aborto. La gravidanza, infatti, comincia dalla fecondazione e non già dall' impianto della blastocisti nella parete uterina, come invece si tenta di suggerire implicitamente.

4. Ne consegue che, da un punto di vista etico, la stessa illiceità assoluta di procedere a pratiche abortive sussiste anche per la diffusione, la prescrizione e l' assunzione della pillola del giorno dopo. Ne sono moralmente responsabili anche tutti coloro che, condividendone l' intenzione o meno, cooperassero direttamente con una tale procedura.

5. Un' ulteriore considerazione va fatta a proposito dell' uso della pillola del giorno dopo in rapporto all' applicazione della legge 194/78 che, in Italia, regola le condizioni e le procedure per l' interruzione volontaria di gravidanza. Definire il ritrovato in questione un "antinidatorio" anziché, con una terminologia più trasparente, un "abortivo", permette infatti di sfuggire tutte le procedure obbligatorie che la 194 prevede per poter accedere all' interruzione di gravidanza (colloquio previo, accertamento di gravidanza, determinazione dell' epoca di sviluppo, periodo di ripensamento, etc.), realizzando una forma di aborto del tutto nascosta e non registrabile da alcuna istituzione. Tutto ciò appare, dunque, in netta contraddizione con la corretta applicazione della pur contestabile legge 194.

6. In ultimo, di fronte al diffondersi di tali procedure, esortiamo vivamente tutti gli operatori del settore a mettere in atto con fermezza un' obiezione di coscienza morale, che testimoni coraggiosamente, nei fatti, il valore inalienabile della vita umana, soprattutto di fronte a nuove forme nascoste di aggressione agli individui più deboli ed indifesi, come è il caso dell' embrione umano.

 

 

Qui sotto, vengono riportati alcuni articoli tratti da varie agenzie di stampa

Francia: anche alle minorenni la pillola del giorno dopo

5 ottobre 2000

PARIGI, Francia - Via libera in Francia alla "pillola del giorno dopo" per le minorenni. Martedì l'Assemblea nazionale francese ne ha autorizzato la distribuzione negli ambulatori di tutte le scuole pubbliche del territorio nazionale. La novità del provvedimento sta nel fatto che per la prima volta potranno richiedere il contraccettivo anche ragazze minorenni, senza bisogno di ricetta e di autorizzazione da parte dei genitori.

Esperimento da settembre

La "pillola del giorno dopo" è già entrata nei licei francesi a settembre, quando il ministro dell'Istruzione Jack Lang ne aveva promosso la distribuzione nelle scuole, per ovviare alla piaga delle "ragazze-madri". In Francia ogni anno ci sono circa diecimila interruzioni volontarie di gravidanza, di cui 6.700 fra adolescenti. Gli ultimi dati riferiscono che in tutto 7.074 ragazze - di cui più della metà sotto i 18 anni - hanno richiesto il farmaco tra il gennaio e il giugno di quest'anno. L'esperimento, condannato dalla destra politica per "lassismo morale", è stato condotto in 22 dei 30 provveditorati agli Studi francesi. Il ministro Lang si è detto più che soddisfatto del risultato ottenuto, ma ricorda che l'obiettivo è che "l'educazione sessuale esca dalla visione biologica o dal solo aspetto della contraccezione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, per insegnare ai giovani qualcosa di più ambizioso, la 'sessualità affettiva".

Reazioni della destra

La decisione della distribuzione del contraccettivo, fortemente caldeggiata dal ministro del Lavoro Martine Aubry, non ha mancato di suscitare accese polemiche. La proposta della Aubry, che sovraintende anche al ministero della Sanità, contraddice apertamente a un pronunciamento del Consiglio di Stato che aveva stabilito, rifacendosi ad una legge del 1967, che il contraccettivo potesse essere reperibile solo in farmacia e dietro presentazione di una prescrizione medica. Aperte critiche sono state manifestate anche da parte della componente ecclesiastica, che ha giudicato la proposta di legge "lasciva". Il presidente Chirac ha chiesto l'intervento del comitato per gli Affari etici, affinché venga "fatta luce" sulla proposta di legge. Intanto la questione è all'ordine del giorno per la prossima settimana e verrà sottoposta al Senato entro la fine del mese.

Il limite delle dieci settimane passerà a dodici

Un altro argomento in discussione nella prossima assemblea sarà lo spostamento del limite legale dell'aborto da dieci a dodici settimane. L'aborto è legale in Francia dal 1975, ma il "tetto" delle dieci settimane ha costretto più di 5.000 donne francesi a sottoporsi all'intervento fuori dal Paese. Il provvedimento avvicinerebbe la Francia agli standard europei: 12 settimane in Germania, Belgio e Austria, e 22 settimane in Spagna, Gran Bretagna, Olanda e Svizzera.

Con il contributo di Ansa e Reuters

La pillola abortiva sbarca negli Stati Uniti

WASHINGTON (CNN) - Martedì la Food and Drug Administration (il comitato americano che sovrintende alla commercializzazione dei farmaci) ha approvato l'immissione sul mercato statunitense della pillola "dell'aborto", già in commercio in Europa da più di dieci anni con il nome di RU-486.

"L'approvazione della 'pillola dell'aborto' è il frutto di un'attenta valutazione scientifica sulla sicurezza e gli effetti del farmaco", ha detto la dottoressa Jane Henney, una dei membri del comitato che si è occupato dell'indagine. "La decisione definitiva, che ha permesso la commercializzazione del prodotto, - ha aggiunto la dottoressa - ha richiesto tempi molto lunghi per l'accuratezza degli esami condotti, e non per ragioni di natura politica o morale".

Della stessa opinione è il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che ha invitato "a prendere la delibera come una decisione dettata dall'evidenza scientifica e a non farne una questione politica".

Modalità d'uso della pillola

La pillola, il cui nome commerciale è Mifeprex, arriverà nelle farmacie il mese prossimo e potrà essere comprata solo sotto prescrizione medica.Il Mifeprex ha un effetto molto meno invasivo sul corpo dell'aborto chirurgico e potrà essere somministrato dal medico generico. I costi del prodotto rimarranno però alti, il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 dollari (cioè circa 650.000 lire) e quindi equivalere a quello dell'intervento. La pillola contiene uno steroide sintetico, il mifestone, che ostacola l'adesione degli ovuli alle pareti dell'utero. Il prodotto perché sia efficace deve essere affiancato da un altro componente, il misoprotol, che causa contrazioni uterine. I test hanno mostrato come il Mifeprex, se preso entro le prime sette settimane della gravidanza, porti all'aborto immediato nel 92-95,5 per cento dei casi. In alcuni casi isolati, tuttavia, potrebbe essere necessario un intervento invasivo posteriore o trasfusioni di sangue. Il tempo di azione del farmaco varia nei soggetti, da poche ore a una settimana come termine massimo. Effetti collaterali possono essere crampi all'utero, violente sanguinazioni, nausea e spossamento. L'Fda ha detto che le sanguinazioni e la nausea possono persistere per un tempo che varia tra i nove e i sedici giorni. In un caso su cento la sanguinazione potrebbe assumere forme così gravi da richiedere un intervento chirurgico. In alcuni casi la combinazione di farmaci può non raggiungere l'effetto desiderato, in questo caso sarà necessaria un'azione invasiva per interrompere la gravidanza.

Controindicazioni

"Ovviamente i medici che prescrivono alle loro pazienti la pillola devono essere in grado di stabilire con esattezza la data di inizio della gravidanza o individuare subito se si trattasse di una gravidanza extrauterina", dice il dottor Richard Hausknecht, direttore del marketing per i laboratori della Danco, la società che ha messo in commercio il Mifeprex. Per questo motivo, prosegue il dottore, "i medici che prescrivono il Mifeprex devono essere capaci di procedere loro stessi all'intervento, qualora fosse richiesto, o consigliare alle proprie pazienti un altro medico".

Favorevoli e contrari

Mentre in Europa le donne usano la pillola "dell'aborto" da ormai più di dieci anni come alternativa farmaceutica all'aborto chirurgico, negli Stati Uniti il clima politico puritano ha per lungo tempo ostacolato la commercializzazione del prodotto.

"Il Mifeprex, o pillola dell'aborto, rappresenta un notevole progresso per la salute della donna e per il controllo delle nascite, proprio come la pillola anticoncezionale lo è stato quaranta anni fa", ha detto Gloria Feldt, presidente dell'associazione per la pianificazione familiare (Planned Parenthood Inc), "Il farmaco mette le donne in grado di avere un'alternativa più veloce e meno traumatica dell'operazione e questo per molte di noi è una cosa positiva".

Gli attivisti antiaborto si oppongono all'uso combinato di mifepristone e misprotol, criticando anche la decisione di considerare un embrione di due settimane alla stessa stregua di un ovulo fecondato. Inoltre, aggiungono che il farmaco ha molteplici effetti collaterali.

"Le donne americane devono sapere che il Mifeprex uccide la loro creatura - dice la portavoce dell'Organizzazione nazionale per il diritto alla vita Laura Echevarria - e può mettere a serio rischio la salute della donna stessa".

Il sito web dell'organizzazione pubblica la notizia secondo cui il due per cento delle pazienti che ha usato questa combinazioni di farmaci ha avuto sanguinazioni così violente da necessitare l'intervento. Una delle donne addirittura sarebbe stata sul punto di morire dissanguata.

Ma Carolyn Westhoff, dottoressa di ostetrica e ginecologia all'Università della Columbia che ha condotto alcuni dei test preliminari, assicura che non ci sono rischi e che il farmaco è sicuro. "La sicurezza del prodotto è eccellente, come hanno dimostrato gli esperimenti fatti negli Stati Uniti e negli ospedali del resto del mondo", ha detto Westhoff alla conferenza stampa che si è tenuta per rendere pubblica la delibera dell' Fda.

L'Fda ha anche reso noto che il metrotrexate, usato contro le artriti reumatiche, può avere lo stesso effetto del mifepristone, ma la sua efficacia è minore.

Il Mifeprex "aiuta le donne a terminare la gravidanza indesiderata in tempi brevi", dice Stanley Henshaw del Alan Guttmacher Institute. "Al giorno d'oggi i moderni test permettono alla donna di scoprire di essere incinta prima ancora della mancanza del ciclo"

Un'indagine compiuta tra i medici nello stato di Washington tra il 1996 e il 1997 evidenzia che più di un quarto dei soggetti intervistati prescriverebbe il mifepristone alle proprie pazienti. La maggior parte di questi medici definisce la pillola abortiva un metodo sicuro, e sottolinea come questa tuteli maggiormente la privacy di chi ne fa uso.

Ma c'è da fare i conti con la legge. In molti degli stati americani negli ultimi anni sono state approvate leggi che limitano l'aborto. "In molti stati si cercano di limitare le interruzioni volontarie di gravidanza, imponendo dei limiti precisi, cui i medici si devono attenere. Le stesse misure restrittive verranno applicate alla somministrazione del Mifeprex", dice Mitchell Creinin, dottore dell'Università di Pittsburgh. Anche la casa produttrice del farmaco conferma che i medici si dovranno attenere alla legislazione dello stato dove esercitano la professione per la prescrizione.

Studi decennali condotti in Francia hanno dimostrato che la pillola non ha aumentato i casi di aborto volontario tra le cittadine francesi.

Il Centro per il controllo delle malattie e la prevenzione, ad Atlanta, in Georgia, ha recentemente reso noto un comunicato nel quale si rileva che la percentuale degli aborti registrata in America nel 1999 è la più alta degli ultimi venti anni.

Il Mifeprex differisce dalla "pillola del giorno dopo", approvata dall'Fda nel 1998. Quel farmaco doveva essere assunto entro 72 ore dal momento del possibile concepimento, ma non aveva un effetto sicuro.

Il ministro Veronesi ne autorizza il commercio. La polemica degli anti-abortisti si scatena giustamente.

In farmacia la pillola del giorno dopo, obbligo di ricetta medica ma nessun divieto di età.

ROMA - Da fine ottobre nelle farmacie italiane la pillola del giorno dopo. Il ministro della Sanità Giovanni Veronesi, ha firmato ieri un decreto di autorizzazione dopo una procedura europea di "mutuo riconoscimento", proposta dalla Francia dove lo stesso farmaco è in commercio dal marzo scorso. E immediatamente si sono scatenate le polemiche: da una parte il Polo e gli anti-abortisti che ritengono la pillola provochi vere e proprie interruzioni di gravidanza; dall'altra i medici e il ministero della Sanità che spiega come invece si tratti di un metodo contraccettivo di emergenza.

"Non è una vera pillola del giorno dopo, come quella approvata negli Stati Uniti, l' RU- 486 - spiega il ministero in una nota - il farmaco non svolge alcuna azione abortiva". Il meccanismo d'azione, in sostanza, consiste nell'impedire l'impianto dell'ovulo fecondato o nel blocco dell'ovulazione e la pillola è un metodo contraccettivo di emergenza, da usare solo in casi eccezionali.

Non sono d'accordo gli anti-abortisti e la destra che accusano, tra l'altro, Veronesi di rendersi responsabile di una grave violazione della legge 194 del 1978. "Un vero colpo di mano da parte del ministro" dice il responsabile di An per il problemi dello Stato, Alfredo Mantovano. "La pillola del giorno dopo funziona nei fatti come abortivo, e dunque la sua assunzione equivale a una interruzione volontaria di gravidanza. Perché ciò sia possibile quella legge, pur estremamente permissiva, impone che la donna si rivolga a un consultorio o al medico di fiducia, i quali devono svolgere i necessari accertamenti medici, tentare un'opera di dissuasione, e rilasciare il certificato che permette di eseguire l'intervento".

A pensarla come Mantovano, anche il vicepresidente dei senatori di An e responsabile per le politiche della famiglia, Riccardo Pedrizzi, e il Movimento per la vita che definisce il nuovo farmaco un mezzo abortivo a tutti gli effetti che non impedisce la fecondazione, ma l'annidamento in utero dell'embrione, cioè "di un essere umano che ha già cominciato a vivere".

La pillola del giorno dopo servirà a evitare gravidanze indesiderate, bloccando l'ovulazione entro 72 ore dal rapporto a rischio. Si chiamerà Norlevo - come in Francia dove viene distribuita nelle scuole e ha ridotto del 30 per cento il numero degli aborti - e sarà in vendita in farmacia a partire da fine ottobre per tutti, senza limiti di età. Due pastiglie da prendere prima possibile: entro le prime 24 ore la percentuale di successo è del 95% poi il margine di sicurezza si abbassa. Costerà 15 mila lire circa e per acquistarla sarà indispensabile la ricetta medica.


Pillola del giorno dopo in farmacia da novembre: Approvato il farmaco che evita la gravidanza. Il ministero della Sanità: "E' un contraccettivo d'emergenza, da usare in casi di necessità". Il prezzo a completo carico del cittadino.

ROMA, 29 SETTEMBRE - «Nessuna azione abortiva (DICONO LORO), ma un metodo di contraccezione di emergenza da usare solo in casi eccezionali». Così il ministero della Sanità definisce la pillola approvata con procedura di mutuo riconoscimento europeo, ma non ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale in Italia. E' il farmaco che, se assunto entro 72 ore da un rapporto, evita, nel 95 per cento dei casi, la gravidanza.

«Il medicinale a base di levonorgestrel - spiega il ministero - è stato autorizzato all'immissione in commercio al termine di una procedura di mutuo riconoscimento, proposta dalla Francia dove il medesimo medicinale è in commercio dal marzo scorso». Attraverso questa procedura, spiega il ministero, dopo una valutazione tecnico-scientifica della validità del farmaco in termini di qualità, efficacia e sicurezza, tutti i paesi coinvolti sono tenuti ad autorizzare la specialità medicinale con le medesime indicazioni al medico e ai pazienti. Gli altri paesi europei coinvolti nell'autorizzazione oltre alla Francia (paese proponente) erano l'Austria, il Belgio, la Germania, il Lussemburgo, la Finlandia, la Danimarca, l'Italia, la Grecia, l'Olanda, la Svezia e la Gran Bretagna. «L'autorizzazione in commercio - rileva il ministero - è pertanto identica in tutti i paesi coinvolti perché sia il contenuto sia la data di commercializzazione devono essere uniformati».

Per il medicinale il foglietto illustrativo è stato curato, nella versione italiana, ampliando in particolare le informazioni per il corretto uso del medicinale. «Il farmaco - sottolinea il ministero della Sanità - deve essere inteso come metodo contraccettivo di emergenza, da usare solo in casi eccezionali; non svolge nessuna azione abortiva, in quanto il meccanismo d'azione consiste nell'impedire l'impianto dell'ovulo fecondato o nel blocco dell'ovulazione».
Il decreto del ministero, notificato alla ditta produttrice in data 27 settembre 2000, non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e pertanto non è ancora attuativo.

Il farmaco, secondo quanto si è appreso dall'azienda italiana che ha avuto la licenza da una ditta francese, è classificato in fascia C, con prezzo a completo carico del cittadino e probabilmente sarà disponibile in Italia ai primi di novembre.

Aborto: Turco chiede parere a Consiglio Sanità su legge 194

ROMA (Reuters) 8 Gennaio 2008  - Il ministro della Salute Livia Turco ha chiesto al Consiglio superiore di Sanità (CSS) pareri su alcuni aspetti della legge 194, sulla pillola abortiva RU-486 e su altri temi legati alla questione dell'interruzione volontaria di gravidanza, mentre il mondo politico discute e si divide sulla proposta di una "moratoria" per l'aborto.

In particolare Turco -- in una lettera inviata al presidente del Css, Franco Cuccurullo -- ha richiesto tre pareri sulla sussistenza della vita autonoma del feto, secondo quanto indicato dagli articoli 6 e 7 della legge del 1978, sulle modalità di impiego del farmaco RU-486 e sull'assistenza ai nati molto pre-termine.

Nella lettera, il ministro ha ribadito che la legge 194 è una legge "saggia, lungimirante, quanto mai attuale" come dimostra il calo degli aborti di ben il 44,6% dal 1982 al 2006.

Turco ha detto che non c'è alcuna necessità di modificare la legge aggiungendo che le norme che regolano l'interruzione della gravidanza confermano in maniera chiarissima "che non siamo in alcun caso di fronte a una legge eugenetica".

"Chiedo di formulare un parere, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche e delle evidenze ad oggi dimostrate, sulla possibilità di estendere a tutto il territorio nazionale specifiche indicazioni sulla definizione di possibilità di vita autonoma del feto", si legge nella lettera in uno dei tre quesiti posto dal ministro.

Il secondo interrogativo riguarda il modo in cui deve essere utilizzata nell'ambito della 194 la pillola abortiva RU486 e nel terzo, quello sui neonati prematuri, il ministro chiede "di esprimere un parere per definire gli ambiti temporali e le modalità di assistenza più idonei a garantire la tutela della salute e la dignità del neonato e della madre in linea con le più aggiornate evidenze scientifiche".

Contro l'interruzione volontaria della gravidanza è recentemente partita una campagna di stampa del quotidiano Il Foglio di Giuliano Ferrara, che ha chiesto una "moratoria dell'aborto", in un'azione appoggiata dal cardinale Camillo Ruini.

La legge, che quest'anno compie 30 anni, consente alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza nei primi 90 giorni di gestazione. Tra il quarto e il quinto mese di gravidanza l'aborto è possibile solo per motivi di natura terapeutica.

Ieri lo stesso Papa Benedetto XVI è intervenuto sulla questione dell'aborto auspicando che la moratoria sulla pena di morte approvata in dicembre stimoli il dibattito sulla sacralità della vita.