"COME CATTOLICI, GRIDIAMO IL
NOSTRO
NO ALLA PILLOLA DEL GIORNO DOPO
BASTA CON LA STRAGE DEGLI
INNOCENTI!!!!"
IMMAGINE "VERA" AVUTA
DA UN CARISMATICO, NELLA QUALE GESÚ, TIENE NELLA SUA MANO DESTRA UN
ABORTO........



IN UN MESSAGGIO DATO A QUESTO
CARISMATICO, GESÚ, DICE CHE "CHI SI PENTIRÀ SINCERAMENTE DEL PECCATO
COMMESSO, MOLTO PRESTO, QUANDO EGLI RITORNERÀ , GLI RIDARÀ
IL FIGLIO/A ABORTITO. GUARDATE QUELL' ESSERINO, CONCEPITO NEL GREMBO MATERNO,
SULLA MANO DI GESÚ, MA NON VI VIENE DA URLARE DAL RIMORSO, DAL DOLORE, DALLA
DISPERAZIONE PER IL PECCATO COMMESSO? GESÚ VIENE, VIENE PRESTO, CARISSIME
AMICHE, BASTA, BASTA USARE IL VOSTRO CORPO, BASTA BUTTARLO VIA E BUTTARE VIA IL
FRUTTO. PENSATE A QUANTO DIO CI AMA E CI HA VALORIZZATO FACENDO NASCERE SUO FIGLIO DA UNA DONNA. MARIA, UNA DONNA MERAVIGLIOSA, CARISSIME AMICHE TUTTE, DI
QUALSIASI CETO SOCIALE VOI SIATE, GESÚ AIUTA SEMPRE, NON CI ABBANDONA MAI, VI
PREGO SE ASPETTATE UN FIGLIO, NON GETTATELO NELLA SPAZZATURA PER FARNE COSMETICI
O OGGETTI DI SPERIMENTAZIONE, MA TENETEVELO, ED IL SIGNORE VI AIUTERÀ, NON
MANCHERETE DI NULLA, NÉ PER VOI, NÉ PER IL VOSTRO BAMBINO, CONFIDATE NELLA
DIVINA PROVVIDENZA. VI PREGO NON UCCIDETELI PIÙ, BASTA UCCIDERE, BASTA ABUSARE
DEGLI INNOCENTI IN OGNI FORMA, BASTA VIOLENTARE I BAMBINI SIN DAL GREMBO
MATERNO.
BASTA!!! BASTA!!! BASTA!!!

NON USATELA, NON UCCIDETE ANCORA
ALTRI INNOCENTI. MENTONO QUELLI CHE DICONO CHE NON PROVOCA L'ABORTO
BASTA UCCIDERE! BASTA TOGLIERE
LA VITA SIN DAL GREMBO MATERNO! BASTA ALLE TORTURE SUGLI INNOCENTI!
I PECCATI , CHE GRIDANO
VENDETTA AL COSPETTO DI DIO
OMICIDIO VOLONTARIO
PECCATO IMPURO CONTRO NATURA
LA VITA È UN FIORE DA
FARE SBOCCIARE, LA VITA È UN DONO DI DIO.

E SE I VOSTRI GENITORI VI
AVESSERO ABORTITO?

Come è noto, da pochi giorni,
nelle farmacie italiane è in vendita la c.d. pillola del giorno dopo, un ben
conosciuto ritrovato chimico (di tipo ormonale) che di frequente - anche in
questi ultimi giorni - è stato presentato da molti addetti ai lavori e da
numerosi media come un semplice contraccettivo, o più precisamente come un
"contraccettivo d' emergenza", a cui si potrebbe far ricorso entro breve tempo
dopo un rapporto sessuale ritenuto presumibilmente fecondante, qualora si
volesse impedire la prosecuzione di una gravidanza indesiderata. Alle
inevitabili reazioni polemiche di chi ha manifestato seri dubbi sul meccanismo
d' azione di tale ritrovato, che non sarebbe semplicemente "contraccettivo"
bensì "abortivo", è stato risposto - in maniera del tutto sbrigativa - che una
simile preoccupazione appare infondata in quanto la pillola del giorno dopo ha
un' azione "antinidatoria", suggerendo così implicitamente una netta separazione
tra aborto e intercezione (impedire che avvenga l' impianto dell' ovulo
fecondato, cioè dell' embrione, nella parete uterina).
Considerato che l' uso di tali
ritrovati tocca beni e valori umani fondamentali, fino ad interessare la stessa
vita umana nel suo sorgere, questa Pontificia Accademia per la Vita sente il
pressante dovere e la convinta esigenza di offrire alcune precisazioni e
considerazioni sull' argomento, ribadendo per altro posizioni etiche già note,
suffragate da precisi dati scientifici, e consolidate nella dottrina cattolica.
1. La pillola
del giorno dopo è un preparato a base di ormoni (essa può contenere estrogeni,
estroprogestinici, oppure solo progestinici) che, assunta entro e non oltre le
72 ore dopo un rapporto sessuale presumibilmente fecondante, esplica un
meccanismo prevalentemente di tipo "antinidatorio", cioè impedisce che l'
eventuale ovulo fecondato (che è un embrione umano), ormai giunto nel suo
sviluppo allo stadio di blastocisti (5°-6° giorno dalla fecondazione), si
impianti nella parete uterina, mediante un meccanismo di alterazione della
parete stessa. Il risultato finale sarà quindi l' espulsione e la perdita di
questo embrione. Soltanto qualora l' assunzione di tale pillola dovesse
precedere di qualche giorno l' evento dell' ovulazione, essa potrebbe talvolta
agire con un meccanismo di blocco di quest' ultima (in questo caso, si
tratterebbe di un' azione tipicamente "contraccettiva").
Tuttavia, la donna che ricorre a questo tipo
di pillola, lo fa nel timore di poter essere in periodo fecondo e perciò con
l' intenzione di provocare l' espulsione dell' eventuale neoconcepito;
oltretutto, sarebbe utopico pensare che una donna, trovandosi nelle condizioni
di voler ricorrere ad una contraccezione d' emergenza, abbia la possibilità di
conoscere con esattezza e tempestività la sua attuale condizione di fertilità.
2.
Decidere di utilizzare la dizione "ovulo fecondato" per indicare le primissime
fasi dello sviluppo embrionale, non può portare in alcun modo a creare
artificialmente una discriminazione di valore tra momenti diversi dello sviluppo
di un medesimo individuo umano. In altre parole, se può essere utile, per motivi
di descrizione scientifica, distinguere con termini convenzionali (ovulo
fecondato, embrione, feto, etc.) differenti momenti di un unico processo di
crescita, non può mai essere lecito decidere arbitrariamente che l' individuo
umano abbia maggiore o minor valore (con conseguente fluttuazione del dovere
alla sua tutela) a seconda dello stadio di sviluppo in cui si trova.
3.
Pertanto, risulta chiaramente che l' acclarata azione "antinidatoria" della
pillola del giorno dopo, in realtà, nient' altro è se non un aborto realizzato
con mezzi chimici. Non è coerente intellettualmente, né giustificabile
scientificamente, affermare che non si tratti della stessa cosa.
Del resto, appare abbastanza
chiaro che l' intenzione di chi chiede o propone l' uso di detta pillola è
finalizzata direttamente all' interruzione di una eventuale gravidanza in atto,
esattamente come nel caso dell' aborto. La gravidanza, infatti, comincia dalla
fecondazione e non già dall' impianto della blastocisti nella parete uterina,
come invece si tenta di suggerire implicitamente.
4.
Ne consegue che, da un punto di vista etico, la stessa illiceità assoluta di
procedere a pratiche abortive sussiste anche per la diffusione, la prescrizione
e l' assunzione della pillola del giorno dopo. Ne sono moralmente responsabili
anche tutti coloro che, condividendone l' intenzione o meno, cooperassero
direttamente con una tale procedura.
5.
Un' ulteriore considerazione va fatta a proposito dell' uso della pillola del
giorno dopo in rapporto all' applicazione della legge 194/78 che, in Italia,
regola le condizioni e le procedure per l' interruzione volontaria di
gravidanza. Definire il ritrovato in questione un "antinidatorio" anziché, con
una terminologia più trasparente, un "abortivo", permette infatti di sfuggire
tutte le procedure obbligatorie che la 194 prevede per poter accedere all'
interruzione di gravidanza (colloquio previo, accertamento di gravidanza,
determinazione dell' epoca di sviluppo, periodo di ripensamento, etc.),
realizzando una forma di aborto del tutto nascosta e non registrabile da alcuna
istituzione. Tutto ciò appare, dunque, in netta contraddizione con la corretta
applicazione della pur contestabile legge 194.
6.
In ultimo, di fronte al diffondersi di tali procedure, esortiamo vivamente tutti
gli operatori del settore a mettere in atto con fermezza un' obiezione di
coscienza morale, che testimoni coraggiosamente, nei fatti, il valore
inalienabile della vita umana, soprattutto di fronte a nuove forme nascoste di
aggressione agli individui più deboli ed indifesi, come è il caso dell' embrione
umano.

Qui sotto, vengono riportati
alcuni articoli tratti da varie agenzie di
stampa
Francia: anche alle minorenni la
pillola del giorno dopo
5 ottobre 2000
PARIGI,
Francia - Via libera in Francia alla "pillola del giorno dopo" per le
minorenni. Martedì l'Assemblea nazionale francese ne ha autorizzato la
distribuzione negli ambulatori di tutte le scuole pubbliche del territorio
nazionale. La novità del provvedimento sta nel fatto che per la prima
volta potranno richiedere il contraccettivo anche ragazze minorenni, senza
bisogno di ricetta e di autorizzazione da parte dei genitori.Esperimento da settembre
La "pillola del giorno dopo" è già entrata nei
licei francesi a settembre, quando il ministro dell'Istruzione Jack Lang ne
aveva promosso la distribuzione nelle scuole, per ovviare alla piaga delle
"ragazze-madri". In Francia ogni anno ci sono circa diecimila
interruzioni volontarie di gravidanza, di cui 6.700 fra adolescenti. Gli ultimi dati riferiscono che in tutto 7.074 ragazze - di
cui più della metà sotto i 18 anni - hanno richiesto il farmaco tra il gennaio
e il giugno di quest'anno. L'esperimento, condannato dalla destra politica per
"lassismo morale", è stato condotto in 22 dei 30 provveditorati agli
Studi francesi. Il ministro Lang si è detto più che soddisfatto del
risultato ottenuto, ma ricorda che l'obiettivo è che "l'educazione
sessuale esca dalla visione biologica o dal solo aspetto della contraccezione e
prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, per insegnare ai giovani
qualcosa di più ambizioso, la 'sessualità affettiva".
Reazioni della destra
La decisione della distribuzione del contraccettivo,
fortemente caldeggiata dal ministro del Lavoro Martine Aubry, non ha mancato di
suscitare accese polemiche. La proposta della Aubry, che sovraintende anche al
ministero della Sanità, contraddice apertamente a un pronunciamento del
Consiglio di Stato che aveva stabilito, rifacendosi ad una legge del 1967, che
il contraccettivo potesse essere reperibile solo in farmacia e dietro
presentazione di una prescrizione medica. Aperte critiche sono state manifestate anche da parte della
componente ecclesiastica, che ha giudicato la proposta di legge
"lasciva". Il presidente Chirac ha chiesto l'intervento del comitato
per gli Affari etici, affinché venga "fatta luce" sulla proposta di
legge. Intanto la questione è all'ordine del giorno per la
prossima settimana e verrà sottoposta al Senato entro la fine del mese.
Il limite delle dieci settimane passerà a
dodici
Un altro argomento in discussione nella prossima assemblea
sarà lo spostamento del limite legale dell'aborto da dieci a dodici settimane. L'aborto è legale in Francia dal 1975, ma il
"tetto" delle dieci settimane ha costretto più di 5.000 donne
francesi a sottoporsi all'intervento fuori dal Paese. Il provvedimento avvicinerebbe la Francia agli standard
europei: 12 settimane in Germania, Belgio e Austria, e 22 settimane in Spagna,
Gran Bretagna, Olanda e Svizzera.
Con il contributo di Ansa e Reuters
La pillola abortiva
sbarca negli Stati Uniti
WASHINGTON (CNN)
- Martedì la Food and Drug Administration (il comitato
americano che sovrintende alla commercializzazione dei farmaci) ha approvato
l'immissione sul mercato statunitense della pillola "dell'aborto",
già in commercio in Europa da più di dieci anni con il nome di RU-486.
"L'approvazione della 'pillola dell'aborto' è il frutto di un'attenta
valutazione scientifica sulla sicurezza e gli effetti del farmaco", ha
detto la dottoressa Jane Henney, una dei membri del comitato che si è
occupato dell'indagine. "La decisione definitiva, che ha permesso la
commercializzazione del prodotto, - ha aggiunto la dottoressa - ha richiesto
tempi molto lunghi per l'accuratezza degli esami condotti, e non per ragioni
di natura politica o morale".
Della stessa opinione è il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che
ha invitato "a prendere la delibera come una decisione dettata
dall'evidenza scientifica e a non farne una questione politica".
Modalità d'uso della pillola
La pillola, il cui nome commerciale è
Mifeprex, arriverà nelle farmacie
il mese prossimo e potrà essere comprata solo sotto prescrizione medica.Il Mifeprex ha un effetto molto meno invasivo sul corpo dell'aborto
chirurgico e potrà essere somministrato dal medico generico. I costi del
prodotto rimarranno però alti, il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 300
dollari (cioè circa 650.000 lire) e quindi equivalere a quello
dell'intervento. La pillola contiene uno steroide sintetico, il mifestone, che ostacola
l'adesione degli ovuli alle pareti dell'utero. Il prodotto perché sia
efficace deve essere affiancato da un altro componente, il misoprotol, che
causa contrazioni uterine. I test hanno mostrato come il Mifeprex, se preso
entro le prime sette settimane della gravidanza, porti all'aborto immediato
nel 92-95,5 per cento dei casi. In alcuni casi isolati, tuttavia, potrebbe
essere necessario un intervento invasivo posteriore o trasfusioni di sangue.
Il tempo di azione del farmaco varia nei soggetti, da poche ore a una
settimana come termine massimo. Effetti collaterali possono essere crampi
all'utero, violente sanguinazioni, nausea e spossamento. L'Fda ha detto che le sanguinazioni e la nausea possono persistere per un
tempo che varia tra i nove e i sedici giorni. In un caso su cento la
sanguinazione potrebbe assumere forme così gravi da richiedere un intervento
chirurgico. In alcuni casi la combinazione di farmaci può non raggiungere l'effetto
desiderato, in questo caso sarà necessaria un'azione invasiva per interrompere
la gravidanza.
Controindicazioni
"Ovviamente i medici che prescrivono alle loro pazienti la pillola
devono essere in grado di stabilire con esattezza la data di inizio della
gravidanza o individuare subito se si trattasse di una gravidanza extrauterina",
dice il dottor Richard Hausknecht, direttore del marketing per i laboratori
della Danco, la società che ha messo in commercio il Mifeprex. Per questo
motivo, prosegue il dottore, "i medici che prescrivono il Mifeprex devono
essere capaci di procedere loro stessi all'intervento, qualora fosse
richiesto, o consigliare alle proprie pazienti un altro medico".
Favorevoli e contrari
Mentre in Europa le donne usano la pillola "dell'aborto" da ormai
più di dieci anni come alternativa farmaceutica all'aborto chirurgico, negli
Stati Uniti il clima politico puritano ha per lungo tempo ostacolato la
commercializzazione del prodotto.
"Il Mifeprex, o pillola dell'aborto, rappresenta un notevole progresso
per la salute della donna e per il controllo delle nascite, proprio come la
pillola anticoncezionale lo è stato quaranta anni fa", ha detto Gloria
Feldt, presidente dell'associazione per la pianificazione familiare (Planned
Parenthood Inc), "Il farmaco mette le donne in grado di avere
un'alternativa più veloce e meno traumatica dell'operazione e questo per
molte di noi è una cosa positiva".
Gli attivisti antiaborto si oppongono all'uso combinato di mifepristone e
misprotol, criticando anche la decisione di considerare un embrione di due
settimane alla stessa stregua di un ovulo fecondato. Inoltre, aggiungono che
il farmaco ha molteplici effetti collaterali.
"Le donne americane devono sapere che il Mifeprex uccide la loro
creatura - dice la portavoce dell'Organizzazione nazionale per il diritto alla
vita Laura Echevarria - e può mettere a serio rischio la salute della donna
stessa".
Il sito web dell'organizzazione pubblica la notizia
secondo cui il due per
cento delle pazienti che ha usato questa combinazioni di farmaci ha avuto
sanguinazioni così violente da necessitare l'intervento. Una delle donne
addirittura sarebbe stata sul punto di morire dissanguata.
Ma Carolyn Westhoff, dottoressa di ostetrica e ginecologia all'Università
della Columbia che ha condotto alcuni dei test preliminari, assicura che non
ci sono rischi e che il farmaco è sicuro. "La sicurezza del prodotto è
eccellente, come hanno dimostrato gli esperimenti fatti negli Stati Uniti e
negli ospedali del resto del mondo", ha detto Westhoff alla conferenza
stampa che si è tenuta per rendere pubblica la delibera dell' Fda.
L'Fda ha anche reso noto che il metrotrexate, usato contro le artriti
reumatiche, può avere lo stesso effetto del mifepristone, ma la sua efficacia
è minore.
Il Mifeprex "aiuta le donne a terminare la gravidanza indesiderata in
tempi brevi", dice Stanley Henshaw del Alan Guttmacher Institute.
"Al giorno d'oggi i moderni test permettono alla donna di scoprire di
essere incinta prima ancora della mancanza del ciclo"
Un'indagine compiuta tra i medici nello stato di Washington tra il 1996 e
il 1997 evidenzia che più di un quarto dei soggetti intervistati
prescriverebbe il mifepristone alle proprie pazienti. La maggior parte di
questi medici definisce la pillola abortiva un metodo sicuro, e sottolinea
come questa tuteli maggiormente la privacy di chi ne fa uso.
Ma c'è da fare i conti con la legge. In molti degli stati americani negli
ultimi anni sono state approvate leggi che limitano l'aborto. "In molti
stati si cercano di limitare le interruzioni volontarie di gravidanza,
imponendo dei limiti precisi, cui i medici si devono attenere. Le stesse
misure restrittive verranno applicate alla somministrazione del Mifeprex",
dice Mitchell Creinin, dottore dell'Università di Pittsburgh. Anche la casa
produttrice del farmaco conferma che i medici si dovranno attenere alla
legislazione dello stato dove esercitano la professione per la prescrizione.
Studi decennali condotti in Francia hanno dimostrato che la pillola non ha
aumentato i casi di aborto volontario tra le cittadine francesi.
Il Centro per il controllo delle malattie e la prevenzione, ad Atlanta, in
Georgia, ha recentemente reso noto un comunicato nel quale si rileva che la
percentuale degli aborti registrata in America nel 1999 è la più alta degli
ultimi venti anni.
Il Mifeprex differisce dalla "pillola del giorno dopo", approvata
dall'Fda nel 1998. Quel farmaco doveva essere assunto entro 72 ore dal momento
del possibile concepimento, ma non aveva un effetto sicuro.
Il
ministro Veronesi ne autorizza il commercio. La polemica degli anti-abortisti si scatena
giustamente.
In farmacia la pillola del giorno dopo,
obbligo di ricetta medica ma nessun divieto di età.
ROMA
- Da fine ottobre nelle farmacie italiane la pillola
del giorno dopo. Il ministro della Sanità Giovanni Veronesi, ha
firmato ieri un decreto di autorizzazione dopo una procedura europea
di "mutuo riconoscimento", proposta dalla Francia dove lo
stesso farmaco è in commercio dal marzo scorso. E immediatamente si
sono scatenate le polemiche: da una parte il Polo e gli anti-abortisti
che ritengono la pillola provochi vere e proprie interruzioni di
gravidanza; dall'altra i medici e il ministero della Sanità che
spiega come invece si tratti di un metodo contraccettivo di emergenza.
"Non è una vera pillola del giorno dopo, come quella approvata
negli Stati Uniti, l' RU- 486 - spiega il ministero in una nota - il
farmaco non svolge alcuna azione abortiva". Il meccanismo
d'azione, in sostanza, consiste nell'impedire l'impianto dell'ovulo
fecondato o nel blocco dell'ovulazione e la pillola è un metodo
contraccettivo di emergenza, da usare solo in casi eccezionali.
Non sono d'accordo gli anti-abortisti e la destra che accusano, tra
l'altro, Veronesi di rendersi responsabile di una grave violazione
della legge 194 del 1978. "Un vero colpo di mano da parte del
ministro" dice il responsabile di An per il problemi dello Stato,
Alfredo Mantovano. "La pillola del giorno dopo funziona nei fatti
come abortivo, e dunque la sua assunzione equivale a una interruzione volontaria di gravidanza.
Perché ciò sia possibile quella legge, pur
estremamente permissiva, impone che la donna si rivolga a un
consultorio o al medico di fiducia, i quali devono svolgere i
necessari accertamenti medici, tentare un'opera di dissuasione, e
rilasciare il certificato che permette di eseguire l'intervento".
A pensarla come Mantovano, anche il vicepresidente dei senatori di An
e responsabile per le politiche della famiglia, Riccardo Pedrizzi, e
il Movimento per la vita che definisce il nuovo farmaco un mezzo
abortivo a tutti gli effetti che non impedisce la fecondazione, ma l'annidamento
in utero dell'embrione, cioè "di un essere umano che ha già
cominciato a vivere".
La pillola del giorno dopo servirà a evitare gravidanze indesiderate,
bloccando l'ovulazione entro 72 ore dal rapporto a rischio. Si chiamerà
Norlevo - come in Francia dove viene distribuita nelle scuole e ha
ridotto del 30 per cento il numero degli aborti - e sarà in vendita
in farmacia a partire da fine ottobre per tutti, senza limiti di età.
Due pastiglie da prendere prima possibile: entro le prime 24 ore la
percentuale di successo è del 95% poi il margine di sicurezza si
abbassa. Costerà 15 mila lire circa e per acquistarla sarà
indispensabile la ricetta medica.
Pillola
del giorno dopo in farmacia da novembre: Approvato
il farmaco che evita la gravidanza. Il ministero della Sanità:
"E' un contraccettivo d'emergenza, da usare in casi di necessità".
Il prezzo a completo carico del cittadino.
ROMA, 29
SETTEMBRE - «Nessuna azione abortiva
(DICONO LORO), ma un metodo di contraccezione di emergenza da usare solo in casi
eccezionali». Così il ministero della Sanità definisce la pillola
approvata con procedura di mutuo riconoscimento europeo, ma non
ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale in Italia. E' il farmaco
che, se assunto entro 72 ore da un rapporto, evita, nel 95 per cento
dei casi, la gravidanza.
«Il medicinale a base di levonorgestrel
- spiega il ministero - è stato autorizzato all'immissione in
commercio al termine di una procedura di mutuo riconoscimento,
proposta dalla Francia dove il medesimo medicinale è in commercio
dal marzo scorso». Attraverso questa procedura, spiega il
ministero, dopo una valutazione tecnico-scientifica della validità
del farmaco in termini di qualità, efficacia e sicurezza, tutti i
paesi coinvolti sono tenuti ad autorizzare la specialità medicinale
con le medesime indicazioni al medico e ai pazienti. Gli altri paesi
europei coinvolti nell'autorizzazione oltre alla Francia (paese
proponente) erano l'Austria, il Belgio, la Germania, il Lussemburgo,
la Finlandia, la Danimarca, l'Italia, la Grecia, l'Olanda, la Svezia
e la Gran Bretagna. «L'autorizzazione in commercio - rileva il
ministero - è pertanto identica in tutti i paesi coinvolti perché
sia il contenuto sia la data di commercializzazione devono essere
uniformati».
Per il medicinale il foglietto
illustrativo è stato curato, nella versione italiana, ampliando in
particolare le informazioni per il corretto uso del medicinale. «Il
farmaco - sottolinea il ministero della Sanità - deve essere inteso
come metodo contraccettivo di emergenza, da usare solo in casi
eccezionali; non svolge nessuna azione abortiva, in quanto il
meccanismo d'azione consiste nell'impedire l'impianto dell'ovulo
fecondato o nel blocco dell'ovulazione».
Il decreto del ministero, notificato alla ditta produttrice in data
27 settembre 2000, non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta
ufficiale e pertanto non è ancora attuativo.
Il farmaco, secondo quanto si è
appreso dall'azienda italiana che ha avuto la licenza da una ditta
francese, è classificato in fascia C, con prezzo a completo carico
del cittadino e probabilmente sarà disponibile in Italia ai primi
di novembre.
Aborto: Turco
chiede parere a Consiglio Sanità su
legge 194
ROMA (Reuters)
8 Gennaio 2008 - Il ministro della Salute Livia
Turco ha chiesto al Consiglio superiore di Sanità (CSS)
pareri su alcuni aspetti della legge 194, sulla pillola
abortiva RU-486 e su altri temi legati alla questione
dell'interruzione volontaria di gravidanza, mentre il
mondo politico discute e si divide sulla proposta di una
"moratoria" per l'aborto.
In particolare Turco -- in una lettera
inviata al presidente del Css, Franco Cuccurullo -- ha
richiesto tre pareri sulla sussistenza della vita
autonoma del feto, secondo quanto indicato dagli
articoli 6 e 7 della legge del 1978, sulle modalità di
impiego del farmaco RU-486 e sull'assistenza ai nati
molto pre-termine.
Nella lettera, il ministro ha ribadito
che la legge 194 è una legge "saggia, lungimirante,
quanto mai attuale" come dimostra il calo degli aborti
di ben il 44,6% dal 1982 al 2006.
Turco ha detto che non c'è alcuna
necessità di modificare la legge aggiungendo che le
norme che regolano l'interruzione della gravidanza
confermano in maniera chiarissima "che non siamo in
alcun caso di fronte a una legge eugenetica".
"Chiedo di formulare un parere, alla
luce delle attuali conoscenze scientifiche e delle
evidenze ad oggi dimostrate, sulla possibilità di
estendere a tutto il territorio nazionale specifiche
indicazioni sulla definizione di possibilità di vita
autonoma del feto", si legge nella lettera in uno dei
tre quesiti posto dal ministro.
Il secondo interrogativo riguarda il
modo in cui deve essere utilizzata nell'ambito della 194
la pillola abortiva RU486 e nel terzo, quello sui
neonati prematuri, il ministro chiede "di esprimere un
parere per definire gli ambiti temporali e le modalità
di assistenza più idonei a garantire la tutela della
salute e la dignità del neonato e della madre in linea
con le più aggiornate evidenze scientifiche".
Contro l'interruzione volontaria della
gravidanza è recentemente partita una campagna di stampa
del quotidiano Il Foglio di Giuliano Ferrara, che ha
chiesto una "moratoria dell'aborto", in un'azione
appoggiata dal cardinale Camillo Ruini.
La legge, che quest'anno compie 30
anni, consente alla donna di interrompere
volontariamente la gravidanza nei primi 90 giorni di
gestazione. Tra il quarto e il quinto mese di gravidanza
l'aborto è possibile solo per motivi di natura
terapeutica.
Ieri lo stesso Papa Benedetto XVI è
intervenuto sulla questione dell'aborto auspicando che
la moratoria sulla pena di morte approvata in dicembre
stimoli il dibattito sulla sacralità della vita.
