“Il morso del serpente antico”
Articolo a cura di Devis Dazzani


 

Se sfogliassimo un vocabolario alla ricerca del significato della parola "eutanasia" troveremmo questa definizione:

"La morte non dolorosa, ossia il porre deliberatamente termine alla vita di un paziente al fine di evitare, in caso di malattie incurabili, sofferenze prolungate nel tempo o una lunga agonia; può essere ottenuta o con la sospensione del trattamento medico che mantiene artificialmente in vita il paziente (eutanasia passiva), o attraverso la somministrazione di farmaci atti ad affrettare o procurare la morte (eutanasia attiva); si definisce volontaria se richiesta o autorizzata dal paziente"
 
Quando oggi discutiamo di eutanasia parliamo di un "diritto" del paziente, ci riferiamo cioè alla "eutanasia volontaria". In altri termini privilegiamo la sfera della volontà umana. Nella Germania degli anni tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale si parlava di eutanasia in modo molto differente.  Durante la Prima Guerra Mondiale si era assistito ad una impressionante impennata dei decessi dei malati cronici negli istituti di cura tedeschi: 45.000 in Prussia e più di 7.000 in Sassonia. Con molta probabilità la scarsità di cibo causata dal conflitto aveva spinto molti medici ad affrettare la morte di una parte di queste cosiddette "bocche inutili".
 
Per certi versi si era creato in tal modo un terreno favorevole ad una sorta di "indifferenza" alla morte di individui definiti inguaribili. In questo clima trovò terreno fertile la teorizzazione di una "eutanasia di Stato". Nel 1920 apparve un libro dal titolo "L'autorizzazione all'eliminazione delle vite non più degne di essere vissute". Gli autori erano Alfred Hoche (1865-1943), uno psichiatra e Karl Binding (1841-1920) un giurista.
 
Hoche e Binding di fatto svilupparono un concetto di "eutanasia sociale". Il malato incurabile, secondo i due, era da considerarsi non soltanto portatore di sofferenze personali ma anche di sofferenze sociali ed economiche.
 
Da un lato il malato provocava sofferenze nei suoi parenti e - dall'altro - sottraeva importanti risorse economiche che sarebbero state più utilmente utilizzate per le persone sane. Lo Stato dunque - arbitro della distribuzione delle ricchezze - doveva farsi carico del problema che questi malati rappresentavano. Ucciderli avrebbe così ottenuto un duplice vantaggio: porre fine alla sofferenza personale e consentire una distribuzione più razionale ed utile delle risorse economiche.
 
Le teorie sviluppate negli anni Venti aprirono per certi versi una sorta di "breccia" nella comunità scientifica tedesca. Il concetto di "eutanasia di Stato" divenne una questione lecita di dibattito.
 
Tuttavia la motivazione economica non appariva ancora sufficiente per passare dalla teorizzazione alla pratica della soppressione delle "vite indegne di essere vissute". Il nazismo avrebbe completato le teorie "economiche" aggiungendovi il suo progetto razziale.
 
Sin dai primi anni Venti, Adolf Hitler aveva teorizzato la necessità di proteggere la razza ariana germanica da tutti quei fattori di "corruzione" che avrebbero potuto indebolirla. Il nazismo predicava un progetto di "eugenetica" vale a dire coltivava l'idea di ottenere un miglioramento della "razza" germanica coltivando e favorendo i caratteri ereditari favorevoli ("eugenici") e impedendo lo sviluppo dei caratteri ereditari sfavorevoli ("disgenici").
 
Il primo passo verso l'attuazione del piano di eutanasia si ebbe nel 1933 con l'emanazione della "Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie". La legge venne discussa il 14 luglio. Poiché il 20 luglio si sarebbe dovuto firmare il Concordato tra Chiesa Cattolica e Stato Nazista si ritenne politicamente più opportuno promulgarla ufficialmente il 25 luglio successivo. L'8 ottobre 1935 venne emanata una seconda legge per "La salvaguardia della salute ereditaria del popolo tedesco". Con essa si autorizzava l'aborto nel caso in cui uno dei genitori fosse affetto da malattie ereditarie.
 
La legge del 1933 di fatto autorizzava la sterilizzazione forzata delle persone ritenute portatrici di malattie ereditarie. Il risultato pratico fu la sterilizzazione di più di 400.000 tedeschi durante i 12 anni di regime.
 
Parallelamente venne varata una intensa campagna di propaganda destinata a convincere il popolo tedesco della giustezza della sterilizzazione e dell'eutanasia: film, grandi mostre, periodici vennero diffusi capillarmente.
 
Prima ancora che fosse varato ufficialmente il piano di eutanasia la Direzione Sanitaria del Reich guidata da Leonardo Conti si mise in moto per eliminare i bambini giudicati fisicamente o psichicamente disabili. Venne creata la Commissione per le malattie genetiche ed ereditarie.
La Commissione disponeva di una rete di 500 medici sparsi in tutta la Germania e l'Austria e organizzati in quei "consultori della morte" che erano i "Centri di consulenza per la protezione del patrimonio genetico e della razza".
Il 18 agosto 1939 Conti emanava un provvedimento segreto noto con la sigla IV-B 3088/39-1079 Mi. Grazie a questa disposizione i medici dei "Centri di consulenza" dovevano essere obbligatoriamente informati dagli ospedali e dalle levatrici della nascita di bambini deformi o affetti da gravi malattie fisiche o psichiche. Una volta informati i medici convocavano i genitori e illustravano loro i grandi progressi della medicina tedesca. Ai genitori veniva detto che erano stati creati centri specializzati per la cura delle malattie dei loro figli. Veniva sottolineata la possibilità di decessi visto il carattere sperimentale delle cure ma si invitavano i genitori ad autorizzare immediatamente il ricovero anche in presenza di speranze di guarigione ridotte.
 
Ottenuto il consenso i bambini venivano ricoverati in cinque centri: Brandenburg, Steinhof, Eglfing, Kalmenhof e Eichberg. Qui giunti i bambini venivano uccisi con una iniezione di scopolamina o lasciati progressivamente morire di fame. Al processo il dottor Pfannmüller direttore del centro di Eglfing descrisse in questo modo il processo di eliminazione:
"Nel mio Istituto veniva utilizzato il Luminal. Un bambino fortemente idrocefalo, con una ridotta capacità di vita può essere addormentato con una dose di Luminal inferiore alla dose massima (...) Nell'arco di alcuni giorni il bambino dorme molto tranquillamente e non muore per avvelenamento: su questo insisto, anche se ho già avuto modo di dirlo. Il bambino muore per il sopravvenire di un ristagno polmonare e quindi per complicazioni cardiache e polmonari: di questo muore"
 
Una volta deceduti i bambini venivano sezionati, ai medici interessava soprattutto studiarne il cervello. Ad Eichberg ad esempio ad effettuare le dissezioni cerebrali era il dottor Walter Eugen Schmidt e, successivamente, i cervelli venivano inviati all'Istituto di Heidelberg dal professor Carl Schneider.
 
Tuttavia non venivano uccisi soltanto neonati o bambini di pochi anni. Gli istituti si occupavano dei bambini ebrei che, sani o malati, venivano immediatamente uccisi e dei bambini tedeschi disadattati. Nel processo di Francoforte del 1947 la signora Rettig testimoniò sull'eliminazione del figlio tredicenne che era scappato di casa ed era stato trovato dalla polizia. Il ragazzo era stato ricoverato a Idstein e la madre informata che si trovava nell'Istituto per ricevere tutte le cure appropriate. Dopo poche settimane in una lettera ufficiale venne informata che suo figlio era morto. Tra i vestiti che le vennero restituiti la signora Rettig ritrovò un bigliettino del figlio che diceva:
"Cara mamma! Se ne sono andati e mi hanno lasciato rinchiuso. Cara mamma io non resisto otto giorni qui con questa gente: io me ne vado, io qui non ci resto. Vieni a prendermi. Anche la mia valigia è rotta, è caduta. Cara mamma, fa qualcosa affinché la mia richiesta sia esaudita"
 
Non è possibile stabilire con assoluta precisione quanti bambini vennero uccisi negli Istituti ma sembra probabile che il numero ammonti a diverse migliaia. Il dottor Ernst Wentzler della Commissione per le malattie genetiche ed ereditarie al lavoro.
 
Potrei andare avanti nel relazionare questi fatti ma diverrebbe troppo lungo, pertanto vi rinvio al sito http://www.olokaustos.org/ dove troverete tutti i chiarimenti del caso.
 
Ma perché porto a paragone del caso Eluana Englaro questo?
Il perché è molto semplice, infatti tutto questo è nato da un decreto della Corte di Cassazione uno dei massimi gradi di giudizio del Potere Giudiziario, pertanto una volta uscito un giudizio da costoro il decreto "DEVE" essere applicato coi mezzi messi a disposizione dalla legge.
 
Inoltre crea di per sé un "PRECEDENTE" in barba alla Costituzione della Repubblica Italiana la quale chiaramente dichiara di difendere la vita in ogni sua forma, contro persino al millenario giuramento di Ippocrate, giuramento che vincola ogni medico alla stessa forma di rispetto verso la vita, in ogni sua forma.
Ciò che intendo mettere all'indice non è per nulla la scelta di un padre o la volontà di chicchessia, ma il modo con il quale a tutto ciò si è arrivati, questo è quanto di più grave possa succedere in una Democrazia, dove un decreto del Potere Giudiziario può decidere della vita o della morte di una persona.
 
Tutto questo mi fa vedere uno scenario orribile quale fu per altri versi ma con lo stesso risultato appunto:
 
*L'AKTION T4
 
 
ed allora davanti ai miei occhi sfilano nomi terribili quali:
 
 
Medici del programma di eutanasia
 
Maximilian de Crinis
medico, dirigente dell'Aktion T4
Irmfried Eberl
medico, direttore della clinica di Brandenburg e comandante di Treblinka
Julius Hallervorden
medico neuropatologista, capo dipartimento del Kaiser Wilhelm Institut
Werner Heyde SS
medico psichiatra, dirigente dell'Aktion T4 e comandante dell'Aktion 14F13
Paul Nitsche
medico, dirigente dell'Aktion T4 e dell'Aktion 14F13
Horst Schumann
medico, attivo nel programma di eutanasia e negli esperimenti nei campi di concentramento
 
 
Organizzatori del programma di eutanasia

Viktor Brack
ufficiale SS, funzionario della Cancelleria del Führer
Karl Brandt medico,
generale SS. Commissario per la Sanità e la Salute del Reich
Philip Bouhler
generale SS, capo della Cancelleria privata del Führer fino al 1944
Leonardo Conti medico,
generale SS, Segretario di Stato alla Sanità presso il Ministero degli Interni
Franz Gürtner
Ministro della Giustizia dal 1932 al 1941
 
SS, gli esecutori: dall'eutanasia ai campi di sterminio:
 
Erich Bauer
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor
Kurt Bolender
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor
Werner Dubious
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor e Belzec
Kurt Franz
ufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor e Belzec
Karl Frenzel
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor
Erich Fuchs
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor e Belzec
Kurt Gerstein
ufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka e Belzec
Heinrich Gley
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Belzec
Lorenz Hackenholt
graduato SS, attivo nel programma di eutanasia e a Belzec
Josef Hittreiter
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka
Otto Horn
infermiere, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka
Robert Juhrs
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor e Belzec
Heinrich Mattes
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka e San Sabba
Willy Menz
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka e San Sabba
Hermann Michel
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor
August Miete
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka e San Sabba
Gustav Muntzberger
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka
Joseph Oberhauser
ufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Belzec e San Sabba
Heinz-Hans Schutt
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor
Otto Stadie
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka e San Sabba
Franz Stangl
ufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka, Sobibor e San Sabba
Franz Suchomel
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka, Sobibor e San Sabba
Heinrich Unverhau
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka e Sobibor
Gustav Wagner
ufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor e San Sabba
Christian Wirth
ufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Treblinka, Sobibor, Belzec e San Sabba
Ernst Zierke
sottufficiale SS, attivo nel programma di eutanasia e a Sobibor e Belzec
 
Eluana, morirà, molto probabilmente non si riuscirà a far nulla e se anche nel caso in cui si riuscisse, probabilmente i danni causati dall'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione avranno creato una situazione di non ritorno, si dovrà per forza lasciarla morire.
Io come uomo, e non tiro in ballo la religione, mi sento a pezzi, mi sento come violentato da una mano invisibile ma tangibile di un potere (quello giudiziario), che mi toglie il mio respiro di libertà. Tutto questo mi spaventa, anzi mi terrorizza.
 
Con questo scritto non potrò di certo far più di tanto, ma "non far nulla" è sicuramente peggio.
Posso solo esercitare la mia libertà di pensiero, la mia libertà di parola e di diffondere ciò con ogni mezzo.
Deprecabile ritengo il comportamento del capo dello stato, il quale ha giudicato come "non avere carattere di urgenza" un decreto il quale era inteso a sospendere gli effetti di una sentenza della Corte di Cassazione, al fine di promulgare in un paio di giorni una legge ad hoc.
 
Con questo atto il Signor Napolitano, ha posta la firma, il sigillo, su una condanna a morte!
 
A te Eluana, dico di volerti bene, tutto questo è per noi la prova tangibile di quanto una vita anche se vissuta così come sei costretta a viverla tu, è più importante di quanto mai mente umana possa comprendere.

Dal tuo letto di ospedale, nelle tue drammatiche condizioni, sei riuscita con quella vitalità che ti ha sempre contraddistinto (come affermano le tue amiche, ed i tuoi genitori), a muovere milioni di coscienze a chiedersi se la vita valga la pena essere vissuta completamente persino nelle tue condizioni.

Per quel che mi riguarda la mia risposta è sicuramente SI.

Il serpente ha morso, ed è un morso che non dà scampo, è un morso letale, ma morde solo se noi glie lo permettiamo.

 

In Cristo mio Re
 Devis Dazzani


*Le informazioni relative all'Aktion T4 sono tratte dal sito: http://www.olokaustos.org/